David LaChapelle, come ogni artista contemporaneo, fa discutere ed arrovellare ogni volta che presenta un’opera. Del resto, essendo uno dei discepoli più aderenti al pensiero del suo mecenate Andy Wharol, LaChapelle continua a stigmatizzare e decontestualizzare situazioni e personaggi ormai diventati icone pop, offrendo un sguardo disincantato e molto narcisista, ma comunque nuovo della realtà che lo circonda.
Il fotografo, videografo ed più in generale artista, torna in mostra a Roma dopo diversi anni, ma nella capitale è passato altre volte come “semplice spettatore”, in particolar modo per la presenza dei Musei Vaticani dove, grazie alla possibilità di una visita privata, ha trovato una nuova ispirazione che l’ha portato a realizzare il progetto principale della mostra allestita al Palazzo delle Esposizioni.
Dopo il Diluvio (The Deluge) è infatti una rivisitazione mista del Giudizio Universale e del Diluvio Universale Mechelangioleschi che si trovano nella Cappella Sistina, secondo la visione moderna e maliziosa di LaChapelle che immagina una città disastrata dopo l’inondazione e persone disperate in cerca di una salvezza che forse hanno perso da tempo.
Accanto ad essi, persone completamente immerse nell’acqua, ma calme come avessero trovato la pace in questo nuovo oceano che copre palazzi e brutture del genere umano, facenti parte del progetto dal nome identificativo di Awaked: Risvegliati.
Dopo le nuove opere, la mostra offre una retrospettiva delle opere di David LaChapelle, con alcuni dei suoi lavori più famosi come Heaven to Hell, Jesus my HomeBoy che rivisitano anch’esse il modo di ritrarre figure sacre in maniera pop, surrealista e spesso polemica, accanto a progetti meno conosciuti specificamente pensati per le esposizioni museali come Gas Station e Land Scape, fotografie still file scattate usando costruzioni di cartone e materiali riciclati montati ed illuminati ad arte per diventare nuovi panorami di un futuro immaginario.
David LaChapelle – Dopo il Diluvio – una mostra visitabile al Palazzo delle Esposizioni di via Nazionale in Roma dal 30 Aprile al 13 Settembre 2015.
Per conoscere meglio David LaChapelle:
Comunicato stampa
Al Palazzo delle Esposizioni torna dopo oltre quindici anni il grande artista fotografo americano David LaChapelle con una delle più importanti e vaste retrospettive a lui dedicate. Sono infatti esposte circa 100 opere di cui alcune totalmente inedite, altre presentate per la prima volta in un museo e molte di grande formato.
Roma è stata una città fondamentale nella carriera artistica di LaChapelle. Nel 2006 infatti, durante un soggiorno nella Capitale, David LaChapelle ha occasione di visitare privatamente la Cappella Sistina; la sua sensibilità artistica è scossa dalla bellezza e dalla potenza dell’arte romana che danno il definitivo impulso alla necessità di imprimere una svolta alla sua produzione. Fino ad allora LaChapelle ha preferito che le sue foto viaggiassero sulle pagine di riviste di moda e di cataloghi senza testi.
L’obiettivo non è mai stato fermarsi alla mera illustrazione, ma raggiungere un pubblico quanto più vasto possibile – è questo il suo modo di essere un artista pop – e portare la lettura dell’opera sul piano dello shock emotivo.
LaChapelle ha spinto la sua estetica fino al limite, ma nel 2006 se n’è andato di scena. Ha voltato le spalle alla mondanità per ritirarsi a vivere in un’isola selvaggia, nel mezzo del Pacifico: “Avevo detto quello che volevo dire”.
La mostra è concentrata perciò sui lavori realizzati dall’artista a partire dal 2006, anno di produzione della monumentale serie intitolata “The Deluge”, che segna un punto di svolta profonda nel lavoro di David LaChapelle. Con la realizzazione di “The Deluge”, ispirato al grande affresco michelangiolesco della Cappella Sistina, LaChapelle torna a concepire un lavoro con l’unico scopo di esporlo in una galleria d’arte o in un museo, opere non commissionate e non destinate alle pagine di una rivista di moda o a una campagna pubblicitaria.
Dopo The Deluge, la produzione del fotografo americano si volge verso altre direzioni estetiche e concettuali. Il segnale più evidente del cambiamento è la scomparsa dai lavori seriali della presenza umana: i modelli viventi che in tutti i lavori precedenti (unica eccezione è The Electric Chair del 2001, personale interpretazione del celebre lavoro di Andy Warhol) hanno avuto una parte centrale nella composizione del set e nel messaggio incarnato dall’immagine, spariscono. Le serie Car Crash, Negative Currencies, Hearth Laughs in Flowers, Gas Stations, Land Scape, fino alla più recente Aristocracy, seguono questa nuova scelta formale: LaChapelle cancella clamorosamente la carne, elemento caratterizzante della sua arte.
Per permettere al pubblico di conoscere le “origini” del lavoro di LaChapelle degli anni precedenti a The Deluge, è esposta anche una selezione di opere che comprende ritratti di celebrità del mondo della musica, della moda e del cinema, scene con tocchi surrealisti basati su temi religiosi, citazioni di grandi opere della storia dell’arte e del cinema; una produzione segnata dalla saturazione cromatica e dal movimento, con cui il fotografo americano ha raggiunto la propria riconoscibile cifra estetica e ha influenzato molti artisti delle generazioni successive.
Le opere di David LaChapelle sono presenti in numerose importanti collezioni pubbliche e private internazionali, e esposte in vari musei, tra i quali il Musée D’Orsay, Paris; the Brooklyn Museum, New York; the Museum of Contemporary Art, Taipei; the Tel Aviv Museum of Art; the Los Angeles County Museum of Art (LACMA); The National Portrait Gallery, London; and the Fotographfiska Museet, Stockholm, Sweden. The National Portrait Gallery in Washington, DC.
L’esposizione ospita anche una rassegna di filmati che attraverso i back stage dei suoi set fotografici, ci illustrano il complesso processo di realizzazione e produzione dei suoi lavori.
Fonte: Palazzo delle Esposizioni