Il Chicago Sun Times licenzia tutti i suoi fotografi

Il 3 Giugno 2013 il Chicago Sun-Times ha annunciato il licenziamento instantaneo del suo team di fotografi professionisti, composto da 28 elementi, preferendo ricorrere a freelancer o a foto scattate con l’Iphone dato in dotazione ai vari reporter.

Al Podgorski, uno dei fotografi licenziati scrive così nella suo profilo su Facebook:

The Chicago Sun-Times has laid off its entire photography staff, and plans to use freelance photographers and reporters to shoot photos and video going forward, the newspaper said. A total of 28 full-time staffers received the news Thursday morning at a meeting held at the Sun-Times offices in Chicago, according to sources familiar with the situation. The layoffs are effective immediately. Included was John H. White , Pulitzer Prize winner and mentor to so many journalists , photographers and more…. and my hero.

Sempre per i meno anglofoni la traduzione è:
Il Chicago Sun-Times ha licenziato l’intero gruppo di fotografi e prevede di utilizzare fotografi freelance e reporter per scattare foto e video per rimanere al passo con i tempi, scrive il giornale. Un totale di 28 membri dello staff a tempo pieno ha ricevuto la notizia giovedi mattina in una riunione tenutasi presso la sede Sun-Times di Chicago, come confermano fonti presenti all’incontro. I licenziamenti sono immediatamente efficaci, incluso quello di John H. White, vincitore del Premio Pulitzer e mentore di tanti giornalisti, fotografi e molto altro …. e il mio eroe.

fotografi licenziati dal chicago sun-times
Photo by Al Podgorsky

 

Non è mia intenzione entrare nel merito della decisione presa dal giornale, ma non posso fare a meno di fare una considerazione che voglio condividere con voi.
In un mondo dove siamo sempre più connessi ed abituati a video e foto fatti con strumenti amatoriali credo che la fotografia, soprattutto quella reportagistica, subirà un ridimensionamento sempre più importante.
E’ un dato di fatto che la carta stampata stia cedendo il passo agli schermi, ai tablet ed al web, ad un mondo dove bisogna muoversi per essere evidenti ed il congelamento dell’immagine attraverso la foto, la classica instantanea, non attira più lo spettatore.
Questo non significa che la foto stia morendo. Credo che continuerà ad esistere come mezzo artistico, di propaganda e come memoria personale.

Dal punto di vista della qualità, vanno considerati altri fattori come il supporto su cui viene vista la foto.
Gli schermi ed il web hanno imposto i 72DPI di visualizzazione. Il fatto di vedere molte informazioni attraverso i nostri smartphone ne determina poi la dimensione in pixel, la connessione internet infine stabilisce  il peso e la qualità, pena un tempo talmente lungo di caricamento dell’immagine che risulta in una sicura perdita dell’utente insoddisfatto del troppo tempo di download dell’immagine.

Del resto, data per vera la frase di Pintor secondo cui: “I quotidiani si chiamano così perché durano un giorno e il giorno dopo servono a incartare le patate o a pulire i vetri” , il passaggio al web dei giornali e quindi delle foto ad essi collegate non serve più nemmeno a tenere in ordine la casa.

La notizia apparsa qualche giorno fa: http://petapixel.com/2013/06/03/chicago-sun-times-photographers-react-and-respond-to-being-laid-off/

Per chi è meno anglofono un veloce riassunto è leggibile a questo link: http://www.clickblog.it/post/56769/il-chicago-sun-times-licenzia-tutti-i-suoi-fotografi-in-quanto-gli-sono-sufficienti-le-foto-realizzate-con-liphone

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