Ucciso il Fotografo dei Vip

Lungi da me, voler far diventare questo blog un coacervo di necrologi e notizie da cronaca nera, ma questa di cui andrò a parlare tocca in qualche modo il mondo della fotografia e ritengo utile scriverne, per quel poco che so,  i miei pensieri.
La notizia riguarda Daniele Lo Presti, fotografo paparazzo, trovato morto sotto Ponte Testaccio a Roma. Inizialmente, vedendo il corpo da lontano si è pensato ad un malore, poi i rilevamenti della Polizia hanno accertato che è morto per via di un colpo di pistola alla testa. Quindi è stato ucciso.
Vista la professione di fotografo dei VIP, subito viene da pensare a qualche foto particolarmente scandalosa che qualcuno non voleva divulgare o di cui si è voluto vendicare a pubblicazione avvenuta. La Polizia pensa anche ad un regolamento di conti per via di qualche grosso debito di Lo Presti.
Non voglio nemmeno arrischiarmi in qualche delirante teoria degna del peggior Dan Brown,  per cui aspetto di sapere come è andata la storia seguendo le indagini della Polizia, o almeno spero che ne vengano a capo in tempi relativamente brevi.
Quel che mi fa pensare è la vita che fanno i Paparazzi, spesso additati come l’immondizia della fotografia (e non nego che ci siano diversi esempi palesi che giustificano questa visione), costretti sempre ad inseguire, o a creare, lo scoop, a fare un “gioco sporco” che spesso lede la privacy delle persone semplicemente perché c’è qualcuno che non sa farsi  i fatti suoi: il popolo del Grande Fratello che vive di gossip e poca fantasia, senza nulla di cui discutere che non siano gli abiti della tal attrice, gli amori tra starlet e alteti vari e via, continuando su questo passo.
Tutta questa invettiva forse non centra con il povero Lo Presti, o forse si. Come ho scritto, confido nella Polizia e nella risoluzione del caso.  Rimane la morte, violenta, di una persona che ha lavorato per anni nel campo fotografico e per questo merita di essere ricordata con rispetto.

I giornali parlano della notizia in questo modo:
La Repubblica
Il Messaggero
Giornalettismo

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